Salve, mi rivolgo al vostro servizio in merito a dei comportamenti di mio figlio di 11 anni che non riesco a gestire. Come famiglia siamo sempre stati attenti che l’utilizzo dei videogiochi, tv e cellulari sia parsimonioso e tenuto sotto controllo. Con la quarantena e l’interruzione delle attività scolastiche però ho dovuto arrendermi all’idea che mio figlio passasse sempre più tempo davanti al computer sia per la scuola che per lo svago. In quel periodo i miei genitori che sono anziani sono stati male anche se per fortuna non hanno avuto nessun sintomo relativo al covid-19. Siamo stati però molto preoccupati e molto del nostro tempo era dedicato alle loro cure. Ora che la situazione è rientrata, e anche la scuola ha ripreso il suo ritmo più o meno “normale”, ma ora mio figlio sta mostrando difficoltà di concentrazione, amava la scuola ora invece lo vedo triste, agitato, oppositivo e la notte spesso vuole dormire nel lettone con me e mio marito, ed è una cosa che fa raramente. Durante la quarantena è stato sempre molto “giudizioso” quasi troppo, non ci ha quasi mai dato problemi e ha sempre collaborato con la vita famigliare occupandosi anche del fratellino più piccolo. Ora però mi sembra stia mostrando tutte quelle difficoltà che invece mi sarei aspettata di vedere prima, come mai? É possibile che sia accaduto a scuola qualcosa di spiacevole che non mi ha raccontato, oppure questi sintomi sono dovuti al periodo di forte stress familiare vissuto prima? Vi ringrazio per l’attenzione.
Mariangela
Cara Mariangela,
ci arriva la sua preoccupazione nei riguardi di suo figlio, un bambino sempre giudizioso e comprensivo che adesso però mette in atto qualche comportamento diverso, probabilmente indice di difficoltà e malessere.
Da quello che ci racconta il periodo della quarantena è stato per voi doppiamente stressante, sia per le conseguenze che hanno coinvolto la maggior parte delle famiglie italiane, sia per problematiche strettamente connesse alla salute dei suoi genitori. Immaginiamo quanta fatica ognuno di voi abbia potuto sperimentate in quel periodo.
Inoltre la didattica a distanza non sempre è stata vissuta con entusiasmo e l’utilizzo massiccio del computer può esser diventato oltreché un mezzo di studio anche il canale di intrattenimento e svago principale.
I bambini a volte, di fronte ai problemi, mostrano di essere molto comprensivi adottando comportamenti estremamente diligenti e coscienziosi, ma potrebbero fare più fatica a gestirlo a livello emotivo, attivando poi dei comportamenti regressivi o disfunzionali.
La difficoltà di concentrazione, tristezza, agitazione, opposizione e necessità di dormire la notte con voi potrebbero essere sintomi legati ad una ansia di prestazione. Il rientro a scuola e l’allontamento dalle dinamiche familiari, che sono state profondamente centrali in questa quarantena possono destare importanti paure. Probabilmente ha bisogno di essere rassicurato.
Il rientro a scuola per molti bambini ha comportato dubbi e preoccupazioni anche legate al contagio e alla possibilità di essere un portatore del virus in famiglia.
Le suggeriamo di condividere le sue preoccupazioni con il corpo docente e chiedere conferma di quanto lei sta riscontrando in modo da avere un quadro più completo. Inoltre cerchi di offrire a suo figlio dei momenti di apertura, anche attraverso il gioco, in cui possa lasciarsi andare, tirar fuori ed esprimere le sue preoccupazioni. Inoltre incentivare i momenti di gioco condiviso con amichetti e compagni potrebbe essere d’aiuto per favorire dei momenti di svago e spensieratezza.
Se desidera aggiornarci, torni a scriverci.
Un caro saluto!